I colori del Labrador Retriever

Un ringraziamento speciale va ad Eleonora Gironella che ha redatto per noi  questo articolo riguardante i colori in Standard del Labrador Retriever, ed a tutti coloro che ci hanno concesso le foto dei propri splendidi soggetti.


Eleonora Gironella è da sempre appassionata di cani, inizia ad avvicinarsi alla cinofilia con il suo Collie Ace. Dopo aver frequentato svariati seminari, stage, workshop con professionisti di tutta Italia decide di rendere ufficiale la sua formazione iscrivendosi nel 2019 ad un corso istruttori. Durante questo periodo, per fare più pratica possibile, inizia il suo tirocinio presso l'associazione Il Mio Labrador che prepara cani da assistenza per i disabili. Grazie all'associazione, con cui collabora tuttora, si avvicina al mondo dei cani da assistenza e in particolar modo ai labrador.


Come cita LO STANDARD, che abbiamo potuto leggere nell'articolo precedente le colorazioni del mantello del Labrador sono tre: nero, giallo e chocolate.
Pur essendo una razza assolutamente monocolore, lo standard prevede moltissime variazioni di manto e, in alcuni casi, anche delle piccole macchie di colore dissimile. Andiamo a conoscerle meglio.


Labrador Nero


Nonostante questa colorazione di mantello sia quella che, per alcuni, risulta meno accattivante, bisogna ricordare che il Labrador nero è stato il primo tipo e fondatore della razza per come la conosciamo oggi.

Agli inizi del 1800 possiamo annoverare tra i vari nobili inglesi appassionati di questa razza il Conte di Malnesbury a cui si deve la nascita della famosa Bucchleuch Avon che risulta essere la diretta discendente del cane di St. John (che, ricordiamolo, era di colore nero).
Dei cuccioli nati tra i primi accoppiamenti solamente quelli di colore nero venivano lasciati in vita poichè era diffusa la credenza (fortunatamente poi smentita) che solo gli esemplari di questo colore fossero adatti agli scopi per cui venivano selezionati.
Nello standard di razza il colore nero è accettato come colore uniforme. Fa però eccezione una piccola macchia bianca (che può essere presente anche nelle altre due colorazioni), solitamente posizionata sul petto o sotto il piede (Bolo pads) e mai più grande di una moneta, che viene ammessa senza costituire difetto. Questa piccola macchia posta sotto ai piedi viene identificata con il nome di "bolo marks" o "bolo pads" ed è stata riscontrata in alcuni discendenti di cani di alta genealogia (Banchory Bolo) durante gli anni 20.

Bolo Pads e macchia su petto - Rouge One di Beatrice Michelle Garzon
Bolo Pads e macchia su petto - Rouge One di Beatrice Michelle Garzon


Un labrador nero deve avere, forse più degli altri colori, una conformazione eccellente per piacere, poichè può contare solo sulla sua forma per attrarre lo sguardo di chi lo osserva.
Generalmente il mantello nero viene preferito ancora oggi per i cani che lavorano sul selvatico, poiché un colore troppo chiaro rischia di tradire la presenza del cane.

Labrador Giallo

Il Labrador giallo compare ufficialmente nella storia della razza circa 5 anni dopo il primo soggetto nero: Ben of Hyde, questo era il suo nome, presentava un mantello molto simile al fulvo piuttosto che al beige moderno.
Il boom di questa colorazione è sicuramente avvenuto a seguito dell'uso di un cucciolo di labrador nella celeberrima pubblicità della cartaigienica Scottex.
Da lì, complici anche film di notevole impatto emozionale come "IO & Marley", la ricerca di questa particolare colorazione è andata via via crescendo, spodestando le altre due.
Se da un lato questo fattore è andato a vantaggio della razza portandola in moltissime case di tutto il mondo, dall'altro ha aperto la strada a selezioni poco oculate e, ancora peggio, ad accoppiamenti casalinghi fatti senza criterio.
Nello standard di razza i colori che rientrano in questa categoria sono molteplici e vanno dal crema molto chiaro tendente al bianco al rosso scuro, anche detto "fox red" o “rosso volpe” in italiano.
Proprio per quanto riguarda questa particolare colorazione dobbiamo fare un attimo di chiarezza. Alcuni pensano che la colorazione "red fox", che geneticamente altro non è che una mutazione del giallo, possa essere sinonimo di cane non di razza pura, suggerendo un qualche incrocio con razze diverse. 


Questa idea è assolutamente errata infatti, il labrador red fox, non solo esiste fin dagli albori della razza (come ho scritto poche righe fa Ben of Hyde era sicuramente molto più scuro degli odierni labrador gialli), ma fino agli inizi degli anni '70 (in concomitanza con la pubblicità che ha portato questo cane alla ribalta) era anche di gran lunga preferito alle tonalità più chiare che sono state successivamente selezionate dagli allevatori scegliendo soggetti meno scuri.


Labrador Chocolate

Il labrador chocolate è stato riconosciuto ufficialmente dallo standard solo molti anni dopo le altre due colorazioni, basti pensare che negli Stati Uniti è stato ammesso solo nel XX secolo.
Questa colorazione non può essere considerata come un semplice gene recessivo poiché in realtà richiede molta più fatica e molte più accortezze per essere selezionata in maniera adeguata (anche per questo sono presenti pochissimi campioni di bellezza di questa colorazione in confronto alle altre due). Infatti, per un allevatore serio, non è facile selezionare la giusta sfumatura di marrone (che non deve essere troppo chiara e neanche troppo rossastra) e la corretta combinazione cromatica degli occhi che dovrebbero variare dal nocciola all'ambra senza sconfinare nel giallo o, ancora peggio, nell'azzurro. Anche la pigmentazione è una nota dolente per questa particolare colorazione di mantello poiché quella corretta per la rima palpebrale sarebbe un color carne intenso che però, molto spesso, rischia di sfociare in una più o meno intensa depigmentazione (difficile da valutare in un cucciolo poiché la pigmentazione, in questa colorazione, si protrae fino ai 2 anni di età).
Sembra che per avere un buon bilanciamento nella selezione dei mantelli cioccolato sia auspicabile una cospicua immissione regolare di neri puri all'interno per aiutare sia la pigmentazione sia la vivacità del mantello, mentre è pensiero abbastanza diffuso che sarebbe utile evitare la mescolanza di chocolate e gialli (Cfr. Emanuela Ruggiero "Il Labrador Retriever").
 

Francisco Goya di Villa Ausulia di Diego Cuni
Francisco Goya di Villa Ausulia di Diego Cuni

Come si determina il colore? 

La genetica del colore dei labrador può apparire semplice, ma in realtà è molto complessa. 
Per fare un po' di chiarezza, senza addentrarci troppo nel mondo della genetica, partiamo dalle basi.
I geni funzionano a coppia: i cuccioli ne ereditano uno dalla mamma e uno dal papà e sono di due tipi: dominante e recessivo.
I geni dominanti influenzano direttamente le caratteristiche della prole indipendentemente dal tipo di accoppiamento, mentre quelli recessivi sono capaci di determinare il colore del mantello solo se accoppiato con un altro recessivo.
Proviamo ad esemplificare...

Il colore del mantello viene determinato dalla combinazione di due coppie di geni: B, b, E, e: una stabilisce il colore (nero-B o marrone-b), l'altra l'espressione del colore. Il colore giallo (E-e) è l'incapacità di esprimere il colore nero o marrone, quindi avremo:

  • BBEE Nero
  • BBEe Nero che trasmette il giallo
  • BbEE Nero che trasmette il marrone
  • BbEe Nero che trasmette il giallo e il marrone
  • BBee Giallo
  • Bbee Giallo che trasmette il marrone
  • bbEE Marrone
  • bbEe Marrone che trasmette il giallo
  • bbee non ammesso dallo standard (labrador giallo con la pigmentazione chiara - 'Dudley')


Come ho già accennato nei paragrafi precedenti la colorazione nera del labrador viene preferita ancora oggi per i lavori di caccia e riporto, la colorazione scura aiuta il cane a non essere percepito in maniera troppo eclatante dai selvatici poiché riesce a farlo mimetizzare meglio tra il fogliame e non riflette in maniera troppo evidente sull'acqua.
Diversamente le colorazioni più chiare vengono preferite dei proprietari perché generalmente risultano più espressive.
Ci sono teorie, assolutamente non confermate, che vorrebbero alcune differenze caratteriali tra i vari colori: al giallo è associata una maggiore pacatezza, al nero più tempra e al chocolate un temperamento più vivace.
Ad ogni modo sarebbe bene ricordare che, per quanto il nostro gusto estetico sia importante nella scelta del cane, i parametri da valutare innanzi tutto sono una corretta selezione morfologica, caratteriale e di salute, che sono ciò che determina il prezzo del cucciolo in allevamento.
 Diffidate fortemente da chi vi vende un cane a prezzo maggiorato perché è di quel colore piuttosto che di un altro, e tenete bene a mente che le colorazioni riconosciute ufficialmente nel labrador restano solo tre: nero, giallo e chocolate.

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