La storia del Labrador Retriever
Un ringraziamento speciale a Fabrizio Collovà che ci ha aiutati a creare questo fantastico articolo sulla storia del labrador ! Vi lascio il link per visitare il suo allevamento Colbay Labrador kennel ! https://www.colbay.it/
LE ORIGINI:
MoneyPenny dell'allevamento Colbay Labrador kennel
E tutto cominciò da un Merluzzo.
E si, perchè effettivamente è ai Merluzzi che dobbiamo l'esistenza di questa splendida
razza.
Se il Labrador R. è un cane da caccia, mi piace pensare che il suo antenato fosse un
"cane da pesca".
Vi racconto una breve storia.
Siamo nel 1600 sull'isola canadese di Terranova.
Zona remota e dalle difficili condizioni atmosferiche. Leggenda dice che alcuni "pescatori
ribelli", chiamati così perchè vivevano senza alcuna regola, abbandonarono la propria
imbarcazione e nuotarono fino all'isola dove si stanziarono per praticare la pesca.
In realtà, la leggenda, così come viene descritta è poco chiara, ma come può esserci utile
per il nostro fine?
Per capire meglio a cosa si riferisse e per capire meglio le vere origini del Labrador
Retriever dobbiamo andare indietro nel tempo, tra il '700 e l'800, ma anche prima, come
riferisce la leggenda, appunto sull'isola canadese di Terranova.
Qualche cenno storico, climatico e politico ci farà capire meglio il significato dell'esistenza
della nostra razza.
Le storie che si leggono sono diverse e di vario tipo.
Per comprendere esattamente le origini del Labrador Retriever. dobbiamo ricercare non
solo la storia dei suoi antenati ma anche quella dei proprietari e del tempo in cui vivevano.
L'ipotesi più attendibile è quella legata alla gestione dei banchi di Merluzzi dell'isola di
Terranova da parte degli Europei.
Cucciolata F con Fabrizio Collovà dell'allevamento Colbay Labrador kennel
Colonizzata da Portogallo e Francia, nel 1583 divenne la più antica colonia inglese. I primi
pescatori provenivano dal Devon, sud dell'Inghilterra, che, si dice, fossero gli uomini più
forti e duri della Gran Bretagna.
La leggenda dei pescatori che abbandonarono le navi per arrivare a nuoto sull'isola,
probabilmente fa riferimento ai primi coloni dell'isola che furono i disertori della marina
militare e della flotta. Uomini senza legge che vivevano senza alcuna regola.
Prima di essi quelle terre erano abitate dagli Eschimesi Dorset e dagli indiani Beothuck.
Non si è certi della storia di queste popolazioni primitive. Alcuni studiosi scrivono che si
estinsero prima dell'arrivo dei coloni altri, come Richard. Wolters, probabilmente più
attendibili, dicono che l'arrivo dei coloni determinò la loro fine, dato che furono
crudelmente uccisi.
Per le durissime condizioni climatiche della zona nessuna popolazione, dopo gli indigeni,
era riuscita a stabilizzarsi. I coloni stessi approdavano sull'isola soltanto nella stagione
primaverile estiva per lo sfruttamento dei banchi. Nessun insediamento era stato fondato
nell'entroterra e le rive erano usate soltanto per lo stoccaggio del pesce nella sola
stagione di pesca. Arrivato l'autunno rientravano in patria per riprendere l'anno successivo
con la bella stagione.
Questi brevi cenni sulle attività principali che si svolgevano su quest'isola sono, a mio
avviso, strettamente legati alle origini del Labrador Retriever e oserei dire, alla sua
morfologia.
Ma cosa si sa dei suoi antenati?
Quale fu il cane che diede origine alla razza come oggi la conosciamo?
Sull'argomento esistono diverse teorie ma la più attendibile è quella riportata da Richard
Wolters, riconosciuta autorità per la sua ricostruzione dettagliata della storia del Labrador
Retriever, se pur ancora con qualche falla, è supportata da documenti dell'epoca, lettere e
diari di viaggio e di caccia.
Le varie teorie hanno escluso quasi certamente che ai tempi degli Eschimesi ci fossero
cani. Nessuna traccia è stata mai ritrovata, quindi dobbiamo ripercorrere, seppur
brevemente in questa sede, le tracce dei coloni che approdarono in quelle terre.
Durante Carlo I, era passata una legge che proibiva ai coloni di stabilizzarsi nelle nuove
terre, era vietato costruire case e per questo motivo non esistevano tracce di insediamenti
di alcun tipo. I coloni lavoravano li, appoggiandosi sulle stesse navi, esclusivamente nel
periodo relativo alla pesca e usando le rive per la sola lavorazione del pesce.
Gradualmente, però, l'isola cominciò a popolarsi di famiglie di disertori (1650) braccate
dalla marina militare che era stata inviata per catturarli.
Per secoli l'isola non ebbe leggi, scuole, polizia o chiese. La legge sarebbe dovuta essere
la marina inglese ma l'unica vera legge dell'isola era così dura come la legge del mare.
Lois con Fabrizio Collovà dell'allevamento Colbay Labrador kennel
L'unica attività che prosperava era la pesca del Merluzzo, che ogni anno aveva luogo
sempre secondo le stesse regole.
Da alcune lettere di alcune famiglie nobiliari, si evince che i pescatori si avvalevano di cani
per la pesca del pesce. I cani erano nelle loro barche, i Dory, e servivano per il recupero
dei pesci che scappavano dagli ami.
Ma qual era l'attività precisa di questi cani? Come pescavano?
Al tempo i pescatori usavano una sorta di "parancaro" come lo definiremmo oggi noi, una
sorta di pettine fatto da un filo principale che si mollava in acqua attaccato ad una boa e
diversi fili verticali che scendevano in fondo, ognuno con un amo. Quando il pescatore
ritirava in barca questa struttura, dato che al tempo, gli ami non erano molto appuntiti,
spesso succedeva che i pesci si slamavano e ricadevano in acqua. A quel punto il cane,
che fino a quel momento doveva rimanere fermo sulla piccola barca del pescatore, su
comando si buttava in acqua, sfruttando i pochi secondi in cui il pesce, stordito, rimaneva
a galla e lo recuperava. Dopodichè veniva utilizzata una corda con un cappio dentro la
quale il cane, col pesce in bocca, infilava la zampa per essere tirato a bordo.
La domanda che dobbiamo porci adesso è, se non esistevano cani nativi sull'isola chi
erano i cani che venivano usati dai pescatori? E come potevano lavorare così bene, con
quelle condizioni climatiche e di vita durissime e mantenere, allo stesso tempo, un
temperamento così docile?
Quasi sempre si legano le origini del Labrador Retriever alla regione canadese del
Labrador. In realtà questa terra è una parte a nord dell'isola di Terranova. Dal 1964 questa
zona era considerata come provincia di Terranova e Labrador, ma soltanto nel 2001 venne
riconosciuta ufficialmente tale e venne chiamata Newfoundland and Labrador.
Probabilmente deriva da questo doppio nome il fraintendimento nell'uso della
nomenclatura Labrador, anche se il tratto di terra che era di pertinenza dell'Inghilterra era
quello relativo all'isola di Terranova con capitale St. John.
Un'altra teoria molto diffusa oggi è che il Labrador Retriever derivi dal cane di Terranova,
considerandola una scala ridotta. Per questo motivo uno dei nomi che fu dato all'antenato
del Labrador Retriever fu Lesser Newfoundland (piccolo Terranova), differenziandolo dal
Greater Newfoundland.
In realtà queste due razze condividono si una spiccata acquaticità ma, dal punto di vista
morfologico, soltanto i piedi palmati.
L'antenato del Labrador Retriever, come abbiamo visto, serviva ai pescatori. Le rigide
condizioni atmosferiche della zona richiedevano un cane fiero, resistente e con una buona
attitudine al nuoto ma, allo stesso tempo con un forte senso del lavoro, un altissimo grado
di collaborazione (will to please) e con un carattere, docile.
Si dice che a fine giornata, dopo il duro lavoro, questi cani rimanessero in casa a giocare
con i figli dei pescatori.
Lois e MoneyPenny con Fabrizio Collovà dell'allevamento Colbay Labrador kennel
La sua taglia era fondamentale affinchè potesse entrare nelle piccole barche dei pescatori,
senza ingombrare troppo. Certamente il Terranova non poteva aiutare in questo senso.
Inoltre quest'ultimo, portava a bordo una grande quantità d'acqua, dato il suo pelo, che
appesantiva l'imbarcazione.
Lo spessore, l'impermeabilità del pelo e l'ampio petto per poter affrontare le forti onde e
correnti dell'Atlantico erano anch'essi fondamentali.
Allora, per quale motivo non è giusto supporre che i coloni, in viaggio verso il nuovo
mondo, non portassero con loro una razza di cane, a loro familiare, già usata, che poi è
diventato il punto di partenza per la nascita del cosiddetto cane di St. John?
In realtà, studi approfonditi e la stessa teoria di Wolters hanno messo in evidenza questa
ipotesi e tra le varie razze candidate a questo ruolo c'è un cane nero chiamato St. Hubert's
Hound, un cane che proviene dal monastero di St. Huberts ad Ardennes, Belgio, intorno al
900. Chiamato così in onore del patrono dei cacciatori e che oggi troviamo come antenato
anche del Blood hound e del Basset Hound.
Razza già presente in Europa a quel tempo, dall'indole docile, ottimo con i bambini e allo
stesso tempo, grande lavoratore a caccia. Erano di due tipi, bianco e nero e tan.
Tutte qualità queste che fanno pensare a quelle presenti nei cani usati dai pescatori.
La maggior parte dei cani originari era prevalentemente di colore nero, tuttavia di rado
accadeva che il giallo o il cioccolato apparisse.
Dato che la città di St. John era il centro nevralgico dell'industria della pesca (1750) e i
cani erano parte integrante di questa attività, un altro e forse il più famoso dei nomi dati
all'antenato del Labrador Retriever è stato cane di St. John.
Lois con Fabrizio Collovà dell'allevamentoColbay Labrador kennel
Il LABRADOR RETRIEVER IN INGHILTERRA:
A chi dobbiamo l'attuale Labrador Retriever di oggi e la sua grandissima diffusione nel
mondo?
Questa volta ci spostiamo dall'altro lato dell'Atlantico, in madre patria UK, dove le navi dei
pescatori facevano la spola con il nuovo mondo per la vendita del pesce. Il principale
approdo era il porto di Poole, al sud.
Insieme alle barche che provenivano da Terranova con il carico del pesce, cominciò a
nascere il commercio del cane di St. John.
Ma, qual era questo cane di St. John? Abbiamo capito quale fosse il suo antenato, ma
come si presentava questo cane, chiamato anche water dog, dopo la sua evoluzione
nell'isola canadese?
Il primo a notarlo attentamente fu il 2° Conte di Malmesbury (1778-1841) che notò uno di
questi cani sulla barca di un pescatore mentre riportava allegramente legnetti e pesci.
Pensò subito che quei cani potevano essere dei perfetti cani da riporto di uccelli in acqua
e decise di acquistarli.
Fu lui che divenne il primo allevatore di Labrador nella sua tenuta di Heron (Hurn) Court
nel sud dell'Inghilterra.
Vi dedicò tutta la sua vita fino alla morte quando suo figlio il 3° Conte di Malmesbury
(1807-1889) continuò il lavoro del padre, importando soltanto cani dall'isola di Terranova e
a selezionare su quel cane soltanto per le sue attitudini di grande nuotatore e riportatore.
Non è ben chiaro chi lo abbia chiamato per la prima volta Labrador Retriever invece che
Piccolo Terranova o cane di St. John. Alcune teorie attribuiscono questo nome al dipinto di
Landseer, altre lo attribuiscono al 3° Conte di Malmesbury e altre ancora ad un altro nobile
del tempo, il 5° Duca di Buccleuch (1806-1884) che iniziò ad allevare la razza quasi
contemporaneamente al 2° Conte di Malmesbury, si pensa nel 1835 e che fa riferimento,
in una sua lettera, ad un suo viaggio a Napoli in cui prese a bordo del suo yacht, il suo
Labrador Moss e il suo accompagnatore, suo fratello John Scott (1809-1860) il 10° Conte
di Home, il suo Labrador Drake.
Il 5° Duca di Buccleuch si trovava nel nord della Scozia.
I due fratelli importarono diversi soggetti direttamente da Terranova. Ricordiamo Nell nel
1843 e Brandy che prese il suo nome quando era a bordo di una nave in mezzo
all'Atlantico e si tuffò per recuperare il cappello volato in mare di un marinaio. Tornò
soltanto dopo due ore ed, esausto, per riprendersi ricevette del Brandy.
Gli eredi del conte di Buccleuch continuarono il lavoro di selezione fatto da lui, con alti e
bassi, a seconda dell'impegno che ognuno metteva nel lavoro di selezione. In alcuni
momenti si è rasentata l'estinzione della neo razza. Fu in uno di questi periodi, in cui i
soggetti erano rimasti in pochi, che venne in soccorso l'ormai settantacinquenne 3° Conte
di Malmesbury (1807-1889) che, in occasione di un incontro fortuito, determinò la rinascita
della razza che probabilmente si sarebbe estinta.
Si narra che il 6° Duca di Buccleuch (1831-1914) e il 12° Conte di Home (1834-1918)
andarono a visitare una vecchia zia malata. In quell'occasione era presente anche il
vecchio 3° Conte di Malmesbury (1807-1889). Non curanti delle condizioni di salute della
zia i tre nobili decisero bene di organizzare insieme una battuta di caccia nella tenuta di
Heron Court. In quell'occasione Home e Buccleuch rimasero così impressionati dai cani di
Malmesbury che l'interesse per la razza si rinnovò.
Malmesbury era contrario alla tendenza del periodo di incrociare i cani con altre razze,
decise di continuare ad importare soltanto cani da Terranova mantenendo, così, la sua
linea pura. Probabilmente questa scelta ha fatto in modo che il Labrador mantenesse le
sue qualità originarie ed attuali.
Malmesbury, notando l'interesse dei due colleghi del nord, decise di donare due dei suoi
cani ai nobili Home e Buccleuch, così i tre procedettero nel programma di allevamento e il
resto è storia. Si tratta di Ned (1882) e Avon (1885).
Il Kennel Club riconobbe la razza come separata nel 1903 e così cessarono gli incroci con
altre razze. Rimase un po' di confusione in relazione ai primi giorni della nuova razza
perchè, non essendoci specifiche indicazioni sulla lunghezza del pelo, alcuni allevatori
registravano un Retriever dal pelo giallo, a volte come Labrador giallo altre volte come
Golden Retriever.
Adesso non sto qui ad inoltrarmi sui vari allevamenti che nacquero e che fecero anch'essi
la storia della razza. Soltanto per completezza cito il primo Labrador Club nato in
Inghilterra nel 1916 e fondato da Lord Knutsford (affisso Munden kennels) e Lady Lorna,
Countess of Howe (affisso Banchory Labradors) (nel 1920 il primo Field Trial).
Quest'ultima, figura importantissima nella storia della razza a cavallo delle due guerre
mondiali ma soprattutto per aver prodotto il Dual Champion Banchory Bolo (1915-1927)
famoso per essere stato il primo a manifestare delle macchie bianche sotto i piedi,
chiamate appunto, Bolo in suo onore.
Lord Knutsford ha creato il primo standard nel 1923, standard che non differisce di molto
rispetto a quello attuale.
La famiglia reale inglese sostenne fin dall'inizio la razza, usandola personalmente nelle
battute di caccia e in esposizione con l'affisso Wolverton (oggi Sandringham). Il re George
VI in persona presentò i suoi cani alle edizioni del Crufts degli anni 20 e 30 e divenne il
patrono del Labrador Club.
Ma, una domanda mi è sorta spontanea durante le mie ricerche.
Che fine ha fatto il cane di St. John? Esiste ancora?
Purtroppo oggi risulta ormai estinto. La legge del 1885 sull'isola di Terranova limitò ad uno
il numero di cani per famiglia, apparentemente a causa di un branco di cani che attaccò un
gregge di pecore. In realtà si cercava di spingere l'allevamento delle pecore. Questa
limitazione cessò e comunque rimase una pesante tassa e una licenza per possedere un
cane, specialmente le femmine. Molti cuccioli furono uccisi alla nascita.
Un altro fatto concomitante e responsabile dell'estinzione del cane di St. John fu la
presenza della quarantena in Inghilterra a causa della paura per la rabbia, che ridusse
notevolmente l'importazione di soggetti provenienti dall'isola. Legge che fu abolita soltanto
qualche anno fa.
Ma una allevatrice contemporanea di Labrador originaria di St. John, Lady Jacqueline
Barlow, volle dare risposta a questa domanda. Fece le proprie indagini nel 1974 e trovò,
nel remoto villaggio di Gran Bruit, nel sud dell'isola, gli ultimi due esemplari. Di proprietà di
un pescatore del luogo, erano gli ultimi due maschi, fratelli, rispettivamente di 13, Lessie e
15 anni suo fratello.
Dopo un lungo viaggio Lady Barlow riuscì ad intervistare il pescatore il quale le disse che
aveva due "water dog" proprio come suo padre e suo nonno nei tempi addietro. Ricordava
che questi ultimi spesso mandavano cani di St. John in Inghilterra.
Questi furono gli ultimi due esemplari esistenti.